Tutti noi sappiamo che la Vite è la pianta dalla quale preleviamo l’uva, il suo frutto, che in tutte le Cantine viene impiegata per la produzione di una delle bevande alcoliche più amate dall’uomo: il vino. Scopriamo di più su questa sorprendente pianta!
Ma dove è nata la prima vite?
La vite comune o Vitis Vinifera appartiene alla famiglia Vitacae che comprende più di 40 specie di piante rampicanti nate milioni di anni fa.
Le due sottospecie della nostra Vinifera sono la Vite Vinifera Sativa e la Vite Vinifera Sylvestris.
La Vite Sylvestris o Vite Selvatica era presente già nell’Asia Meridionale e in Armenia ancora prima della nascita dell’uomo.
Quella Sativa, invece, è quella che noi conosciamo meglio perché coltivata appositamente per la produzione del vino: il vitigno.

La viticoltura nel tempo e la sua diffusione
Probabilmente la zona in cui è nata la viticoltura è la cosiddetta Mezzaluna Fertile, regione che si estende dall’Egitto al Golfo Persico, che comprende i fiumi Tigri e Eufrate.
Furono i Greci però ad esportare la coltivazione del vitigno in Europa. Vi sono, infatti, numerosi riferimenti alla vite e alla produzione di vino in opere di grandi autori greci come Esiodo e Omero.
I Greci diffusero le loro conoscenze sui vitigni nelle loro colonie in Italia, la Magna Grecia, dove la coltivazione della vite comune trovò condizioni ideali per la crescita.
Successivamente le tecniche di viticoltura furono perfezionate dagli Etruschi che esportarono vino, simbolo di agiatezza economica, ben oltre il Mediterraneo.
Concetti biologici e tecniche di coltura ancora oggi in uso devono la loro nascita però agli antichi Romani, grandi consumatori di vino.
Nei secoli successivi, l’area di diffusione della viticoltura e della consumazione del vino si ampliò fino a giungere in America, in Messico, in Sud America grazie a Cristoforo Colombo e in Australia.
Dalla seconda metà del 1800 la viticoltura moderna ha mosso i suoi primi passi grazie alla nascita della microbiologia, della chimica e della disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei vitigni ovvero l’ampelografia.
Attualmente i principali vitigni nel mondo sono collocati in Argentina, Australia, Brasile, Cile, Cina, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Romania, Spagna, Stati Uniti d’America, Sud Africa e Ungheria.

Curiosità: cos’è il vitigno autoctono?
Un vitigno si definisce autoctono, dal greco autòs (= stesso) e chtòn (= terra), quando viene coltivato nella sua zona geografica di origine e non è, quindi, trapiantato in altre aree.
Il maggior numero di vitigni autoctoni li possiede il nostro paese, l’Italia, con i suoi 350 vitigni autoctoni registrati ufficialmente!
In Umbria i vitigni autoctoni sono il Grechetto, il nostro vino bianco, ed il Sagrantino, originario proprio della zona di Montefalco.
Per questo motivo noi dell’Azienda Agricola Montioni siamo molto fieri di produrre l’Umbria Grechetto I.G.T. Montioni ed il pregiato Sagrantino di Montefalco D.O.C.G Montioni.
Le certificazioni IGT e DOCG indicano al consumatore quali sono i vini con Indicazione Geografica Tipica (IGT) e con Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG).
Il nostro Sagrantino ed il nostro Grechetto, inoltre, sono vini monocultivar ovvero che derivano da un unico vitigno: il primo dal vitigno rosso Sagrantino, il secondo da quello bianco Grechetto, entrambi tipici della nostra regione.
A differenza loro, invece, il Montefalco Rosso DOCG Montioni e l’Umbria Rosso IGT Montioni sono vini prodotti da differenti uve.
Il Montefalco Rosso Montioni, infatti, è composto per il 65% da Sangiovese, per il 15% da Sagrantino e per il 20% da Merlot. Mentre il nostro Umbria Rosso Montioni nasce da uve 50% Sangiovese e 50% Merlot.
Vi aspettiamo al prossimo articolo della nuova rubrica Le Parole del Vino.
Quale sarà la prossima lettera?
Lo scoprirete presto!